Nuova Riveduta:

Romani 1:16

Giustizia attraverso la fede, tema della lettera
Mr 16:15-16; 1Co 1:18-24; Ro 3:21-25
Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco;

C.E.I.:

Romani 1:16

Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.

Nuova Diodati:

Romani 1:16

La giustizia per la fede; soggetto dell'epistola
Infatti io non mi vergogno dell'evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.

Riveduta 2020:

Romani 1:16

Il giusto vivrà per fede
Poiché io non mi vergogno dell'evangelo, perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco,

La Parola è Vita:

Romani 1:16

Io non mi vergogno del Vangelo, anzi, è proprio questo il mezzo potente, di cui Dio si serve per salvare chiunque crede. Da principio questo messaggio fu predicato soltanto agli Ebrei, ma ora tutti, anche i pagani, sono invitati a venire a Dio nello stesso modo.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Romani 1:16

Poiché io non mi vergogno dell'Evangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza d'ogni credente; del Giudeo prima e poi del Greco;

Ricciotti:

Romani 1:16

Giacchè io non mi vergogno del Vangelo; chè esso è il potere di Dio per dar la salute a chi crede, al Giudeo prima poi al Greco;

Tintori:

Romani 1:16

Perchè io non mi vergogno del Vangelo, virtù di Dio a salvezza d'ogni credente, prima del Giudeo, poi del Greco.

Martini:

Romani 1:16

Imperocché io non mi vergogno del Vangelo. Conciossiachè egli è virtù di Dio per dar salute ad ogni credente, prima al Giudeo, e poi al Greco.

Diodati:

Romani 1:16

PERCIOCCHÈ io non mi vergogno dell'evangelo di Cristo; poichè esso è la potenza di Dio in salute ad ogni credente; al Giudeo imprima, poi anche al Greco.

Commentario abbreviato:

Romani 1:16

Versetti 16-17

In questi versetti l'apostolo apre il disegno dell'intera epistola, in cui presenta un'accusa di peccaminosità contro ogni carne; dichiara l'unico metodo di liberazione dalla condanna, mediante la fede nella misericordia di Dio, per mezzo di Gesù Cristo; e poi costruisce su di essa la purezza di cuore, l'obbedienza riconoscente e il desiderio ardente di migliorare in tutte quelle grazie e tempre cristiane, che nient'altro che una viva fede in Cristo può far nascere. Dio è un Dio giusto e santo e noi siamo peccatori colpevoli. È necessario che abbiamo una giustizia in cui comparire davanti a lui: c'è una tale giustizia portata dal Messia e resa nota nel Vangelo; un metodo benevolo di accettazione, nonostante la colpa dei nostri peccati. È la giustizia di Cristo, che è Dio, derivante da una soddisfazione di valore infinito. La fede è tutto in tutti, sia all'inizio che nel progresso della vita cristiana. Non si va dalla fede alle opere, come se la fede ci mettesse in uno stato di giustificazione e poi le opere ci mantenessero in esso; ma si va sempre dalla fede alla fede; è la fede che avanza e vince sull'incredulità.

Riferimenti incrociati:

Romani 1:16

Sal 40:9,10; 71:15,16; 119:46; Mar 8:38; Lu 9:26; 1Co 2:2; 2Ti 1:8,12,16; 1P 4:16
Rom 15:19,29; Lu 2:10,11; 1Co 9:12,18; 2Co 2:12; 4:4; 9:13; Ga 1:7; 1Ti 1:11
Rom 10:17; Sal 110:2; Is 53:1; Ger 23:29; 1Co 1:18-24; 2:4; 14:24,25; 15:2; 2Co 2:14-16; 10:4,5; Col 1:5,6; 1Te 1:5,6; 2:13; Eb 4:12
Rom 4:11
Rom 2:9

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